«Il mondo del lavoro sta cambiando molto rapidamente. Nuove priorità personali dei lavoratori, specie quelli più giovani, cambiamenti demografici e progresso tecnologico portano allo stesso tempo nuove sfide e nuove opportunità alle organizzazioni». A dirlo è l’amministratrice delegata di Manpowergroup Italia, Anna Gionfriddo, scorrendo i risultati della ricerca “The Age of Adaptability” che individua nuovi trend nel mercato del lavoro per quest’anno.
Orari e sedi flessibili
Se l’intelligenza artificiale assorbe buona parte del dibattito all’interno delle organizzazioni, dalla ricerca emerge chiaramente, «una rinnovata importanza delle scelte individuali delle persone, del lato umano del lavoro. Da un lato questo significa nuove necessità a cui rispondere per attrarre e trattenere i talenti, come una maggiore flessibilità su orari e luoghi di lavoro e più attenzione ai bisogni individuali dei lavoratori. Dall’altro, questo sottolinea ancora una volta l’importanza della formazione per tutte le generazioni, per aggiornare le competenze dei lavoratori più ‘senior’ alle nuove tecnologie e per trasmettere ai più giovani l’esperienza dei loro colleghi senior».
La me economy applicata al mondo del lavoro
Se decliniamo la “Me Economy” nel mondo del lavoro, la prima esigenza dei lavoratori è la flessibilità e una personalizzazione del rapporto con l’azienda. Con la ricerca “The Age of Adaptability”, Manpowergroup ha rilevato che i tre aspetti più ricercati dai candidati sono una settimana lavorativa di quattro giorni (per il 64%), poter scegliere inizio e fine dell’orario di lavoro (45%) e la possibilità di lavorare da casa (35%).
La generazione Z
Il 60% dei lavoratori della Generazione Z , ossia di chi è nato tra la metà degli anni Novanta e l’inizio degli anni Dieci di questo secolo, si aspetta percorsi di sviluppo di carriera personalizzati con un orientamento regolare, mentor qualificati e piani di progressione trasparenti e personalizzati in base agli obiettivi personali. Le opinioni della Generazione Z sono particolarmente rilevanti per due ragioni: la prima è che di qui al 2030, il 58% dei lavoratori farà parte della generazione Z. La seconda è che le loro scelte influenzano le altre generazioni. A dirlo è il 93% dei ‘senior’ che, grazie ai colleghi più giovani, ha avviato una riflessione sul confine fra lavoro e vita privata (per il 78% degli intervistati), l’apertura verso nuove tecnologie (76%), il desiderio di successo professionale (76%), una paga equa per il lavoro corrisposto (75%) e il coinvolgimento dei datori di lavoro nelle questioni sociali (71%).
La diversity and inclusion
Per i lavoratori, in maniera sempre più trasversale, i temi della diversity & inclusion stanno diventando uno degli aspetti più rilevanti per essere attrattivi. Aziende con alti livelli di diversità, infatti, hanno avuto il 39% in più di probabilità di superare quelle con una minore diversità interna e che i talenti migliori danno sempre maggiore priorità a lavorare in un ambiente inclusivo.