Se sei il protagonista, per tetto, magari, avrai un cielo di stelle. Ma se sei un caratterista o un semplice figurante c’è una soglia limite al di sotto della quale non si può scendere per quanto riguarda la tua paga giornaliera.
Lo stabilisce il contratto collettivo nazionale di lavoro degli attori, sottoscritto a dicembre scorso dalle associazioni datoriali Anica, Apa e Ape da una parte e i sindacati Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil dall’altra, un testo che per la prima volta nella storia del cinema italiano, cominciata nel 1905, introduce dei minimi tabellari.
I minimi tabellari
Il contratto di durata triennale, tanto per cominciare, divide la platea degli oltre 100mila addetti di settore in tre gruppi: protagonisti, comprimari e altri ruoli. Nel primo caso i minimi tabellari sono fissati a 1.100 euro lordi a giornata di posa, nel secondo a 850 euro e nel terzo a 650 euro. Retribuzioni che scendono per le opere a «lunga serialità» (a partire dall’ottavo episodio da 50 minuti un protagonista percepisce almeno 900 euro lordi a giornata di posa) e per quelle di «lunghissima serialità» (le soap opera da oltre 40 episodi da 25 minuti, dove un protagonista prende 550 euro lordi a posa). Minimi di compenso specificati anche per i film di registi esordienti e low budget: qui si andrà dai 325 euro ai 550 lordi per giornata di posa. «Le parti convengono che, comunque, anche per qualsiasi tipologia di prodotto cineaudiovisivo non rientrante nelle specifiche di cui sopra, purché industriale, il compenso minimo di ciascun attore non potrà essere inferiore a 325 euro».
Pagamenti settimanali
I compensi saranno erogati, di norma, con pagamento settimanale da effettuarsi entro e non oltre il venerdì successivo al giorno della prestazione. Qualsiasi pagamento dovrà essere tracciabile. Quanto al doppiaggio, la “post-sincronizzazione” dovrà essere richiesta prioritariamente all’interprete che ha recitato nella propria lingua madre. Al momento della stipula del contratto individuale le parti concorderanno, con il parere vincolante di regista e produttore basato su ragioni artistiche, anche l’obbligo di effettuare attività di post-sincronizzazione da parte dell’interprete.
Il contratto, poi, sempre con un approccio pionieristico per il settore pone sul tavolo il tema del welfare: «Le parti convengono che rimandano ad una negoziazione generale di filiera la determinazione delle modalità di accesso a piani di assicurazioni sanitaria e di trattamento integrativo previdenziale».