Il documento sottolinea che il lavoro povero riguarda soprattutto lavoratori temporanei, parasubordinati, finti autonomi, lavoratori occasionali, stagisti, lavoratori con mansioni discontinue o a tempo parziale involontario. Per questi soggetti la proposta è di introdurre una tariffa tramite contrattazione, eventualmente sostenuta da una normativa di sostegno, parametrata sugli indicatori della direttiva europea 2022/2041 sui salari minimi adeguati, o comunque interventi legislativi ad hoc funzionali a incrementare il numero di ore lavorate nell’anno.
Per gli stagisti, in particolare, viene sottolineato l’attuale vuoto legislativo e si propone di ripristinare il contratto di inserimento, valorizzando l’apprendistato nella dimensione di raccordo tra sistema formativo e mercato del lavoro.
Per superare le aree di criticità in alcuni settori economici, la strada indicata è prevedere misure ad hoc di contrasto al lavoro povero, di sostegno al reddito dei lavoratori e delle famiglie, di contrasto al sommerso, di gestione delle gare pubbliche al massimo ribasso. Sul lavoro domestico e di cura poi, il salario minimo legale per il Cnel darebbe luogo a un incremento del lavoro nero. Nel medio e lungo periodo, si propone un piano nazionale di sostegno alla famiglia, all’invecchiamento attivo e alla non autosufficienza.
Tra le proposte operative, considerando che la crescita dei salari dipende dalle dinamiche della produttività, l’idea è di individuare nel Cnel la sede del National Productivity Board per l’Italia, la cui istituzione è raccomandata dal Consiglio della Ue, per valorizzare il contributo dei corpi intermedi nel controllo delle dinamiche retributive, legandole alla produttività. Inoltre per agevolare l’azione dei servizi ispettivi e della magistratura a tutela dei lavoratori, si propone un intervento normativo per chiarire che, nella determinazione del trattamento retributivo in linea con l’articolo 36 della Costituzione, il giudice faccia riferimento non solo al minimo tabellare, ma al trattamento economico complessivo, in applicazione dei contratti collettivi più diffusi.
Infine, al leader della Cgil, che ha accusato il Governo di aver subappaltato al Cnel la proposta sul salario minimo invece di affidarsi al confronto con il sindacato, ieri ha risposto lo stesso Brunetta: «All’amico Landini – ha detto – concordo e ricordo: la via maestra è la Costituzione. Secondo l’articolo 99 della Costituzione, il Cnel è organo di consulenza delle Camere e del Governo, ha l’iniziativa legislativa e può contribuire all’elaborazione della legislazione economica e sociale secondo i principi ed entro i limiti stabiliti dalla legge».