Il contratto leggero di Sna …
A oggi il contratto Sna e quello sottoscritto dai sindacati confederali e da Fna con Anapa hanno pressoché la medesima applicazione nella categoria, nonostante l’indubbia convenienza del contratto Sna. Elena Dragoni, vicepresidente vicaria di Sna, spiega che «Sna è il più grande sindacato datoriale degli agenti assicurativi in Italia, con diecimila iscritti paganti e più di un secolo di storia, visto che è stato fondato nel 1919. Il nostro contratto, che viene siglato con Fesica-Confsal e Confsal-Fisals, secondo dati Cnel è applicato a oltre 20mila lavoratori delle agenzie. È già stato rinnovato due volte, nel 2018 e nel 2023 e, nonostante questo, è in corso un primo confronto tra le sigle firmatarie per valutare eventuali adeguamenti normativi ed economici». Sul tema retributivo Dragoni afferma che «il contratto Sna-Confsal riguarda i lavoratori dipendenti delle agenzie assicurative, micro imprese che si trovano in tutt’altra condizione organizzativa ed economica rispetto alle compagnie assicurative».
… e le maggiori tutele del contratto Anapa
L’ultimo accordo siglato da Ania con i sindacati per i dipendenti delle compagnie assicurative ha comunque rafforzato l’impegno delle parti per rafforzare gli anelli più deboli della filiera assicurativa e fare sì che vengano innalzate le tutele di tutti, pur non potendo ricomprendere tutti sotto l’ala di quel contratto che «mediamente ha tabelle retributive del 30% più elevate», afferma Bartolucci. Nelle piattaforme di rinnovo i sindacati assicurativi hanno chiesto aumenti di 99 euro per i lavoratori interessati dal contratto Anapa e di 95 euro per quello Anagina, oltre a una tantum e adeguamenti di tutti gli istituti contrattuali del 7%, che hanno fatto sobbalzare gli agenti. Le trattative si sono aperte, ma non sono mai decollate. Federico Serrao, componente della giunta esecutiva nazionale di Anapa, nel rimettere in fila la dinamica del negoziato, spiega che «il contratto è scaduto il 30 giugno del 2020, ma la piattaforma è stata presentata il 5 agosto del 2022. La richiesta che è stata fatta dai sindacati, però, non è solo di un aumento dei minimi tabellari, ma anche di un ritocco del 7% di tutte le voci economiche di natura indennitaria, una richiesta che non ha trovato riscontro in nessun altro contratto tra quelli scaduti ed esaminati».
Il nodo semplificazione
«Le trattative sono iniziate da nemmeno un anno e dureranno il tempo che serve per comprendere se esiste realmente la volontà comune di siglare un rinnovo in linea con la volontà di assecondare i grandi cambiamenti legati all’innovazione tecnologica, all’evoluzione dei mestieri e alla formazione del personale», osserva Serrao. Tenendo conto di 2 questioni. «L’impasse derivante dal nuovo blocco delle trattative per il rinnovo dell’Accordo Imprese Agenti scaduto ormai da memore tempo, che crea instabilità e incertezze sul futuro degli appalti», dice Serrao. In secondo luogo «una trattativa dura il tempo che serve per arrivare a una soluzione equilibrata, soprattutto in periodi di forte tensione inflazionistica come questo – continua Serrao -. Del resto il contratto Anapa è comunque favorevole per i lavoratori che noi consideriamo un asset strategico e contempla anche eccellenti prestazioni fornite dal nostro Ente bilaterale. Necessita però di essere rivisto, soprattutto nelle parti normative, e va riscritto in maniera più chiara, anche a beneficio della sua interpretazione. L’ultimo incontro con i sindacati, che doveva tenersi lo scorso maggio non ha avuto luogo per cause a noi non chiare.Come Associazione, ci siamo comunque fatti interpreti della necessità di sostenere le buste paga dei lavoratori e abbiamo così anche consigliato ai nostri associati di erogare un acconto sui futuri aumenti indicandone anche il valore economico».
Il pressing dei sindacati di categoria
Le organizzazioni sindacali però aspettano un segnale più complessivo e unitariamente Fisac, First, Uilca, Fna e Snfia, ritengono «inaccettabile che i lavoratori più deboli della filiera assicurativa, quelli con contratti economicamente più “leggeri” e con meno diritti contrattuali, vengano condannati a vedere inesorabilmente diminuito il potere di acquisto del proprio salario e sempre più limitati i propri diritti nel disinteresse di tutti. Non è pensabile che nell’ambito del rafforzamento dei principi Esg che le compagnie stanno mettendo in atto non vi siano i diritti, economici e sociali, di questi lavoratori che sono dipendenti degli Agenti nominati delle compagnie stesse e che lavorano sotto gli stessi prestigiosi brand».